Punture di insetti: come riconoscerle e curarle

Redazione  | 05 Gen 2020

Punture e morsi di insetti sono tra le principali insidie durante i periodi caldi o una vacanza dove è già estate. La maggior parte degli insetti punge poiché si nutre di sangue, rilasciando allergeni in grado di causare prurito e gonfiore.

Solitamente colpiscono le zone del corpo più esposte come braccia, mani e gambe. Ci sono poi gli imenotteri (api, vespe e calabroni), che pungono invece per difesa rilasciando anch’essi sostanze allergizzanti in grado di sviluppare reazioni gravi sino ad arrivare allo shock anafilattico.

Ma quali sono le principali punture di insetti e come intervenire?

Puntura di api, vespe e calabroni

Gli insetti più comuni che per difesa utilizzano il loro pungiglione sono api, vespe e calabroni. Il segnale principale se si viene punti da un’ape è la presenza di una vescica e del suo pungiglione all’ interno della pelle. Vespe e calabroni, a differenza delle api, non lasciano il pungiglione ma possono pungere ripetutamente. L’unico segnale della puntura di vespa o di calabrone è rappresentato da un piccolo foro sulla pelle.

Sintomi

I classici sintomi della puntura di ape, vespe e calabroni sono: bruciore, prurito, rossore , gonfiore e nei casi più estremi possono comparire allergia, vertigini, gonfiore diffuso, e perfino shock anafilattico.

Il dolore solitamente scompare entro 2 ore dalla puntura a differenza del gonfiore che invece può aumentare ancora nelle 24 ore successive.

Come intervenire

Nel caso di puntura di ape la cosa più importante da fare è:

  • rimuovere il pungiglione, possibilmente entro i primi 20 secondi dal contatto con l’insetto per evitare maggior rilascio di veleno, facendo attenzione a non rompere la vescichetta.
  • servirsi di una lama smussata (l’utilizzo di una pinzetta potrebbe provocare la rottura della vescica) o della punta di un ago o coltello purché sterilizzati.

Ad ogni modo, in tutti e tre i casi occorre:

  • detergere la parte interessata e applicare impacchi di acqua fredda o ghiaccio per ridurre il gonfiore;
  • utilizzare creme contenenti ingredienti come idrocortisone, anestetici locali (lidocaina o pramoxine) o antistaminici. In alternativa applicare gel naturali a base di Aloe o Calendula;
  • rivolgersi al proprio medico se il prurito e l’arrossamento della cute non tendono a risolversi entro pochi giorni.

Puntura di zanzare, moscerini e pappataci

La puntura di zanzara rappresenta una delle insidie più fastidiose della nostra estate. Le zanzare “comuni” pungono poiché si nutrono di sangue, favorendo il rilascio di istamina che causa arrossamenti locali ed il tipico pomfo da puntura. I sintomi più importanti legati alle punture di questi insetti sono: prurito, gonfiore ed arrossamento.

Come intervenire

La maggior parte delle lesioni guarisce spontaneamente, senza rendere necessarie particolari cure mediche. Contro il prurito, il sintomo più fastidioso, si può ricorrere ad impacchi di acqua fredda o ghiaccio ed eventualmente è possibile applicare sulla puntura una pomata antistaminica per 2-3 giorni circa.

Come prevenire le punture di insetti

Per ridurre al minimo il rischio di essere punti da un insetto, occorre rispettare alcuni semplici accorgimenti:

  • evitare la vicinanza a pozze d’acqua, stagni e paludi. Acqua, caldo ed umidità, infatti, favoriscono la riproduzione e lo sviluppo degli insetti;
  • in situazioni di rischio indossare maniche e pantaloni lunghi;
  • non avvicinarsi ad alveari o nidi di insetti;
  • se si viene circondati da uno sciame occorre allontanarsi lentamente. Non si devono invece agitare le braccia, né effettuare movimenti bruschi, poiché gli insetti diventano più aggressivi;
  • munire porte e finestre di zanzariere;
  • evitare di lasciare i cibi o bibite zuccherate scoperte poiché attirano gli insetti;
  • evitare profumi, cosmetici o creme solari molto aromatiche e vestirsi possibilmente con colori chiari.
Redazione
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