Morso di zecca: come affrontarlo e cosa fare

Stefano Maria Meconi  | 08 Lug 2020

Il morso di zecca può essere una seccatura molto fastidiosa, soprattutto durante una passeggiata all’aperto o quando si è in vacanza. Lo è per i più grandi, ma soprattutto per i bambini, che hanno meccanismi di difesa meno forti.

È importante sapere che la puntura di zecca, nella maggior parte dei casi, provoca solo dei fenomeni transitori che si risolvono con cure medicinali. Vi sono però alcuni casi nei quali il morso della zecca può portare a fenomeni più seri, come l’insorgenza della cosiddetta malattia di Lyme.

Quest’ultima può mostrare sintomi fino a 40 giorni dopo la puntura: la parte colpita si arrossa in maniera significativa, con una schiaritura in corrispondenza del morso. Si presentano inoltre mal di testa, temperatura corporea molto alta e ingrossamento dei linfonodi.

In questo caso è importante contattare il pediatra se i sintomi non accennano a migliorare e, più in generale, se in corrispondenza del morso si nota una lesione ulcerosa.

Come è possibile accorgersi del morso di una zecca? Innanzitutto, bisogna considerare il periodo estivo come quello più a rischio: questi animali si presentano quasi sempre tra maggio e ottobre.

Esistono due tipi di zecca: le zecche dure (dei generi Ixodes, Boophilus, Hyalomna, Rhipicephalus, Dermacentor e Haemaphysalis) e quelle molli (generi Argas e Ornithodoros). La differenza sostanziale è nella presenza, od assenza, dello scudo dorsale.

Quelle più pericolose per l’uomo, in caso di puntura, sono le zecche dure: hanno un colore marrone (che diventa rosso dopo la puntura), sono grandi fino a 1 cm e possono nascondersi sottopelle.

Cosa fare dopo un morso di zecca

Dopo ogni passeggiata all’aperto, soprattutto tra boschi e campi, è importante ispezionare la pelle dei bambini alla ricerca delle possibili zecche, soprattutto in caso di dolore e prurito.

Se la zecca ha effettivamente morso i piccoli, è necessario dotarsi di una pinza apposita con la quale si procede all’estrazione dell’animale. Questa procedura, che viene spesso fatta da medici o farmacisti, deve avvenire con la massima attenzione.

Se la zecca prova dolore, infatti, può rilasciare sostanze irritanti che sono potenzialmente dannose per l’essere umano. La rimozione avviene dunque prendendo la zecca alla base e ruotando verso l’alto. Una volta rimossa, va bruciata: in questo modo non ci sarà rischio di ulteriori morsi.

La pelle intaccata dal morso di zecca fa disinfettata e controllata quotidianamente per circa un mese: se comparissero sintomi di arrossamento o gonfiore, sarà necessario rivolgersi al pediatra.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi



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