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A molti genitori capita di vedere, attraverso l’ecografia, il feto che succhia il dito! La suzione, infatti è un meccanismo innato nei bambini presente prima della nascita e che gli permette di nutrirsi al seno fin da subito. Il neonato dedica la maggior parte delle sue ore di veglia a succhiare e, anche successivamente, utilizza la bocca per esplorare il mondo attorno a sé. Per questo, il ciuccio è uno buona soluzione per soddisfare questa necessità.
Ovviamente, non è indispensabile e molti bambini, addirittura, lo rifiutano. Quando però lo accettano volentieri, si crea un altro problema: quando e come togliere il ciuccio?
Come accennato, il ciuccio è uno strumento molto utile nei primi mesi di vita, ma solo una volta che l’allattamento è avviato. Infatti, gli esperti sostengono che vada evitato nel primo mese di vita perché il suo utilizzo potrebbe interferire con l’allattamento, portando addirittura, nel peggiore di casi, a interromperlo, dal momento che la suzione del capezzolo è diversa da quella del ciuccio.
Passate le prime settimane, è possibile offrirlo al bambino, solo se viene accettato volentieri e quando il bambino ha mangiato (quindi non deve mai sostituire il seno o il biberon). Il ciuccio, infatti, può rivelarsi utile per consolarlo in caso di coliche infantili, per espletare un gesto naturale, per coordinare la deglutizione a la respirazione, stimolare i muscoli facciali e ridurre anche il rischio di apnee notturne, quindi della morte in culla.
Inoltre, i succhietti ortodontici di nuova generazione favoriscono il corretto sviluppo della bocca e dei dentini. Il problema si pone quando viene dato per sedare il pianto o i capricci o in sostituzione delle attenzioni affettive. È importante capire (o almeno provarci) perché il piccolo piange prima di offrire la consolazione del ciuccio.
Ad un certo punto, però, bisogna togliere il ciuccio ai bambini per evitare malocclusioni dentali e disturbi del linguaggio.
Disabituarli non è affatto facile, inutile negarlo. Tuttavia, l’istinto della suzione diminuisce spontaneamente a partire dai 2 anni età, quando la maggior parte dei bambini sono pronti per dire addio al succhietto. In generale, quando iniziano ad usarlo meno, è il momento giusto per toglierlo.
Ma come togliere il ciuccio senza traumi? Con gradualità, evitando quelle soluzioni che prevedono di farlo sparire improvvisamente. I metodi bruschi, infatti, rischiano di manipolare il “pensiero magico” del bambino, col rischio di trasmettergli l’idea che il mondo è un luogo estremamente imprevedibile. La cosa migliore è osservare le sue emozioni rispetto alla separazione dal ciuccio, prendendo sul serio la sua eventuale frustrazione. È importante che decida lui di lasciarlo, ovviamente guidato dal genitore, magari concordando insieme un luogo dove riporlo. Bisogna far capire che non è una cosa proibita, che può aiutarlo ogni tanto, ma della quale è necessario iniziare a fare a meno e ce la farà più velocemente di quanto si creda!
Per consolarlo, è possibile leggere un libro, cantare, ascoltare una canzoncina, fare una passeggiata: insomma, trovare delle alternative valide che possano sostituire quell’oggetto consolatorio che, d’altronde, lo ha accompagnato per diversi mesi, infondendo un senso di sicurezza.
Essendo un grande cambiamento e distacco, è importante evitare di iniziare a togliere il ciuccio in concomitanza di altre transizioni, come l’inserimento al nido, la nascita di una fratellino o di una sorellina, il passaggio dal pannolino al vasino e così via. Una cosa alla volta e tutto si sistema!
Da sempre scrivo per passione, prima sul mio diario, poi sulla carta stampata e ora sul web per trasformare in parole il valore di luoghi, cose, persone, tutto ciò che vale la pena raccontare.
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