Feci del bambino, la cartina tornasole della salute

Stefano Maria Meconi  | 08 Lug 2020

Le feci del bambino sono uno dei più importanti indicatori della salute dei piccoli. Se, infatti, non hanno ancora tutti gli strumenti necessari per localizzare dolori e fastidi, le loro deiezioni ci permettono di risalire a problemi temporanei o patologie più serie.

In occasione del cambio del pannolino, oppure quando i piccoli hanno già imparato a usare il vasino (o il WC), è d’uopo per i genitori controllare occasionalmente le feci del bambino.

In questo modo è possibile accertare tre fattori principali: colore, quantità e consistenza. Le feci contengono non solo scarti, ma anche acqua, batteri, fibre e sostanze che il corpo elimina in maniera organica.

Generalmente la defecazione nei bambini più piccoli avviene con una frequenza compresa tra 4 volte la settimana e 1-2 volte al giorno. È maggiore in caso di allattamento al seno e minore nell’allattamento artificiale. Addirittura, ciascuna poppata può corrispondere a un singolo episodio fecale.

Il colore delle feci nei bambini allattati tende a essere giallastro, con una consistenza dal grumoso (allattamento naturale) al pastoso (allattamento artificiale). Con lo sviluppo del bambino, già intorno ai 6 mesi le deiezioni assumono consistenza e regolarità simile a quella degli adulti.

Per verificare, anche a livello medico, la regolarità del flusso fecale nel 1997 è stata creata la scala di Bristol, che include sette tipi, classificati da 1 (feci dure e granulose) a 7 (feci completamente liquide). I due estremi rappresentano le due problematiche più comuni dell’espulsione delle feci: la stipsi e la dissenteria.

Generalmente la defecazione standard ricade nei tipi 3 e 4 (compatte ma con crepe o compatte, lisce e morbide), sia negli adulti che nei bambini. Se le feci risultano eccessivamente dure, è importante riequilibrare la motilità intestinale con fibre, verdure e un maggiore apporto idrico. Qualora oleose, invece, le feci potrebbero essere cartine tornasole di una intolleranza alimentare che richiede il parere del pediatra.

Nel caso in cui la defecazione risulta eccessivamente liquida, è importante procedere in più modi: reintegrare i liquidi con una idratazione maggiore, eliminare i cibi che possono irritare l’intestino (verdure fibrose, latticini, etc.) e accertare la presenza di infezioni, attraverso un consulto medico pediatrico.

In ambedue i casi (stitichezza o diarrea), se la sintomatologia scompare entro 1-2 giorni si può intervenire semplicemente per via alimentare. Diversamente è importante parlare con il pediatra, che consiglierà il modo migliore di procedere per risolvere il problema.

È importante inoltre fare attenzione al colore delle feci: sapevate, infatti, che dipende in larga parte dall’eliminazione dei globuli rossi? Questi, quando degradano, vengono espulsi dall’intestino e cambiano colore, passando dal rosso al giallo fino al marrone.

Se le feci sono marroni/beige, l’equilibrio intestinale è tale da non destare particolare preoccupazione. Se risultano giallebeige o bianche meritano invece immediata attenzione per scongiurare il rischio di colestasi neonatale (una patologia data dall’ostruzione dei dotti biliari).

Se, infine, appaiono rosse può significare che il bambino soffre di lesioni sanguinolente (emorroidi) che richiedono trattamenti lenitivi e una dieta capace di ammorbidire il flusso.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi



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